Il calciatore di provincia che rifiutò la Juventus. Potrebbe funzionare come titolo di un libro, di sicuro attirerebbe l’attenzione, in pochi però penserebbero sia una cosa verosimile: per quanto riguarda la storia calcistica di Antonio Di Natale è però tutto vero, lui, una delle ultime bandiere del nostro calcio, talento sopraffino, gol (spesso spettacolari) a raffica e una carriera vissuta al massimo e senza rimpianti. Viareggio, Empoli, Udine, queste le tre principali fermate del viaggio di Totò all’inseguimento di un sogno, quello di diventare un calciatore sulle orme del suo idolo Diego Armando Maradona; provincia, cittadine, tranquillità. La famiglia e i rapporti interpersonali sono al centro del mondo di Di Natale, 35 anni e 180 gol con la maglia dell’Udinese in nove anni; una media di 20 all’anno, ben 98 solo in campionato nelle ultime quattro stagioni (153 in totale in Serie A coi friulani).
Insomma, di ulteriori presentazioni Totò Di Natale non ne ha bisogno, conosciuto ormai anche oltre i nostri confini nazionali, capocannoniere (due volte), leader e capitano dell’Udinese dei miracoli, quasi una leggenda del nostro calcio. Oggi in un’intervista a Sky Sport ha parlato di quel che è stato e di quel che sarebbe potuto essere:
“In passato mi ha cercato la Juventus e tanti anni fa anche Spalletti voleva portarmi alla Roma, ma ho detto di no. Qui mi vogliono bene tutti e non sono pentito della scelta fatta. Udine è la mia casa e qui siamo riusciti a raggiungere risultati importanti per la squadra e per la città. Finirò la mia carriera con la maglia dell’Udinese. Non rimpiango il fatto di non aver giocato in una big, con questa maglia ho avuto la possibilità di giocare la Champions League ed i Mondiali. Se penso ad un posto tra i convocati per il mondiale 2014? No, sono vecchio. Meglio lasciare spazio ai giovani. Futuro da dirigente? Potrebbe essere una possibilità. Qui si lavora molto bene e c’è la possibilità di fare cose importanti. Per adesso faccio ancora il calciatore. Il gol più bello? Credo che sia stato quello fatto alla Spagna nell’ultimo Europeo. Per me ha significato molto”.
Una storia quella di Di Natale che non può prescindere dai colori che ha difeso, il bianco e il nero dell’Udinese, e del patron Gianpaolo Pozzo, quasi un padre per lui:
“Mancano quattro gare alla fine del campionato, speriamo di riuscire a fare un buon risultato con la Sampdoria per continuare a sperare in un posto in Europa League. Sono qui da 10 anni e il presidente Pozzo mi è sempre stato vicino come società e persona, se ho raggiunto questi traguardi è anche per lui. Abbiamo un ottimo rapporto”.
E allora parola al patron Pozzo che in occasione della presentazione della statua in 3D dedicata a Di Natale nel momento di realizzare il 150esimo gol in bianconero, ha speso parole speciali per il suo numero 10:
“Forse è anche il giocatore migliore di tutta la vita centenaria di questa gloriosa società: oltre a essere un grande campione è una grande persona, sia nella sensibilità che nei sentimenti. E’ rimasto qui perché è legato ai sentimenti, che sono valori rari ma importantissimi. Il suo futuro? E’ in perfetta forma e ci farà vedere ancora grandi meraviglie. Sa che non ha problemi con noi per il rinnovo del contratto (in scadenza nel 2014). Prudenzialmente lo prolungheremo per un altro anno. Sono sicuro che gioca altri due anni”.
Questa è una bella notizia.
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